mercoledì 4 novembre 2015

Non ci sono più gli uomini di una volta


No, non ci sono più gli uomini di una volta.
Quelli che ti usano, ti mentono, quelli che ti abbandonano, quelli che pensano solo al sesso e non vogliono prendersi resposabilità, quelli che pretendono che le donne si sobbarchino tutti i lavori domestici e che se ne fregano die figli, quelli insomma che secondo l'adagio femminista "bisogna castrarne cento per educarne uno".
 Non so se si siano estinti o se semplicemente non frequentano Sagliano, oppure se vivono solo nella famosa canzone di Mia Martini "gli uomini non cambiano" (scritta da uomini, per altro...), io comunque non ne ho mai incontrati.
Ale, per dirne uno, non solo fa tutte le cose che deve fare un vero uomo (lavorare per mantenere tutta la famiglia, aggiustare elettrodomestici, spaccare la legna, cambiare lampadine, buttare la pattumiera, sturare i lavandini, costruire biciclette di legno, passeggini e archi per i figli) (ah, e assolvere ai doveri coniugali, naturalmente), ma la sera cucina, poi se il piccolino piange lo tiene in braccio perchè io possa mangiare tranquilla, lava i piatti, legge una storia o suona la chitarra per i bambini e, se non glielo impedisco pregandolo di venire a letto, si mette pure a piegare la biancheria.
Dal mio osservatorio sociologico che è la Locanda di Sagliano, gli uomini miei coetanei cucinano e puliscono forse anche più spesso delle donne, mentre noi donne (io per prima) ci uniamo con spirito cameratesco ai lavori duri, ma un po' come facevano gli uomini d'altri tempi quando si mettevano, una tantum, a preparare un piatto speciale per gli ospiti o a portare i bambini al parco in bicicletta la domenica pomeriggio, sentendosi molto moderni e degni di lode, lasciando però che sia la moglie a lavare le stoviglie dopo la festa e a strigliare e pulire i vestiti dei figli dopo le gite.

E allora se la realtà cambia, perchà la retorica resta sempre la stessa?
Perchè le donne quando si trovano tra loro continuano a sfogarsi parlando male dei loro compagni come se non se li fossero scelti liberamente e non vivessero in una società in cui tutto sommato lasciare un uomo non è più una scelta così malvista e pericolosa?
E perchè io fino a pochi anni fa solo a prendere in mano una scopa a casa mia mi sentivo una schiava in catene
e se Ale mi faceva notare che è meglio lavare i piatti la sera a me veniva un travaso di bile e gli urlavo che se per lui era tanto importante avere il lavandino vuoto la mattina che se li  lavasse LUI i piatti perchè io i SUOI piatti li lavo GRATIS quando pare A ME, e che se paghi una persona puoi dirle come deve fare le cose, se non la paghi devi solo ringraziarla e prostrarti ai suoi piedi! - (qui ci vorrebbe un punto di domanda, ma sono stata presa dalla foga...).
Ora mi rendo conto che erano generazioni di donne (che mi apparivano frustrate, viste con la lente distorta del femminismo), che gridavano attraverso di me e mentre io incarnavo l'Archetipo della Moglie Schiava, Ale era respinto e schiacciato dentro all'Archetipo del Marito Schiavista, senza nessun appello e senza particolare attinenza alla realtà dei fatti.
 Io credo che il femminismo abbia offerto un'importante stimolo all'evoluzione dell'umanità. Sono grata e provo compassione per le femministe che ci sono rimaste sotto, quelle che hanno lottato per cambiare la società in meglio, ma per farlo hanno dovuto sputare e rigettare la maternità, la dolcezza e un confronto aperto e leale con l'Altro Sesso, il Maschio, incarnazione del Potere Patriarcale, il Nemico.
Le donne si sono messe a studiare, a realizzarsi professionalmente, a scegliersi liberamente un partner provandone vari prima e a fare figli solo se e quando ne avevano voglia.
Gli uomini dal canto loro hanno scoperto la gioia di occuparsi della prole e il piacere di contribuire a tenere la casa pulita e accogliente.
Forse finalmente sta arrivando il tempo in cui una Persona potrà essere pienamente se stessa (leggi pure: un'Anima potrà realizzare i propri fini) senza essere così pesantemente condizionata dall'appartenenza di genere. E allora non avrà più alcun senso una frase che cominci con "gli uomini sono..." o "le donne sono...".






Qui puoi seguire le fasi di evoluzione di una figlia di femminista:
Malattia professionale della casalinga (2013)
Attenta a quello che desideri, potrebbe realizzarsi! (2013)
La venere della lavatrice (2013)
Professione: magari! (2013)
Pulizie di pasqua  (2013)
Mamma (8 marzo festa della) (2011)
Inno all'egoismo (2011)
Catartica Creatività Contro Casalinghitudine Castrante (2010)
Verità che non mi fanno onore (2010)



 













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