giovedì 14 febbraio 2013

Violenza delle donne

La forza di questo testo e di queste persone 
unite contro la violenza sulle donne
 che si mettono a ballare tutte insieme, ciascuna nella propria citta',
 non so perche' oggi mi commuova tanto...

La verita' e' che io la violenza contro le donne grazie al cielo non l'ho mai vissuta,
 si' magari ho notato qualche situazione di discriminazione, di pregiudizio, di ignoranza, un pochino di sminuimento del lavoro femminile in casa, un goccino di sopraffazione durante il parto, insomma cosette.
Ma so che sono molto debitrice alle donne (le nostre mamme) 
che si sono battute per questa condizione di maggior equilibrio e liberta'.
Il prezzo che molte di loro hanno pagato spesso e' stato alto. 
Molte hanno sentito il bisogno - si  sono sentite in dovere- 
di disprezzare la maternita'
(una schiavitu'considerata unica virtu' in alternativa alla castita'
Non più puttane, non più madonne, finalmente donne ), 
di rifiutare la loro femminilita' 
(una forma di sottomissione al maschio nel tentativo di piacergli e conquistare una posizione e un ruolo nella societa' attraverso un buon matrimonio:
Una donna ha bisogno di un uomo come un pesce di una bicicletta), 
di privarsi del piacere di un confronto intenso e ricco con l'altro sesso 
(una manica di ignoranti rozzi e violenti coi quali non vale la pena condividere nemmeno un orgasmo.
Col dito, col dito, orgasmo garantito!),

Chi fa una rivoluzione del resto non puo' che rimanerne travolto.
Dovevano esagerare e sbilanciare con violenza la bilancia dall'altra parte
perche' noi si potesse guardare con maggiore equita'
e dolcezza alla meraviglia della differenza
della complementarieta' dei sessi
e della gioia che sorge quando il maschile e il femminile sono in armonia
fuori e dentro di noi.

Allora a questa compassione che provo nel vedere donne umiliate
alzare la testa e gridare la rabbia e la forza,
vorrei unire anche la compassione per gli uomini
schiavi anch'essi di culture che hanno impedito di cogliere
e coltivare l'incontro libero con il femminile.
Vorrei dire a figli e compagni di donne femministe
che si portano dietro quel senso di inadeguatezza 
e di colpa per essere nati maschi 
stupratori in potenza
 schiacciati e umiliati a loro volta 
(Castrarne cento per educarne uno.
Liberta' di aborto fino ai 9 anni...)
vorrei dire anche a loro che non e' piu' il tempo di accusare
di rivendicare, di rimpiangere e di contrattaccare.
Ci siamo incazzate, adesso e' il tempo di perdonare.
Attraverso la lotta e il confronto dell'autocoscienza
le donne hanno acquisito maggior fiducia in se' stesse.
E gli uomini piu' sensibili sono stati in grado di riconoscere e accettare
la propria preziosa parte femminile
senza il terrore agghiacciante di essere presi per ricchioni.
Adesso e' arrivato il momento di valorizzare anche la parte maschile.
L'apporto che il Maschile puo' portare all'umanita'
con forza e amore.
E le donne piu' sensibili saranno in grado di accettare e utilizzare
la propria preziosa parte maschile

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