sabato 27 luglio 2013

Professione: magari!

Ho la prova concreta di una verità di cui sospettavo la realtà
anche se finora non ne avevo mai avuto prova tangibile: 

LA CESTA DELLA BIANCHERIA POSSIEDE UN FONDO.

La foto mi è stata inviata da un'amica madre di tre figli,
non ho motivo di credere che l'abbia ritoccata con photoshop,
anche se con i tempi che corrono sarebbe giusto porsi l'interrogativo.


In questi giorni di convalescenza dall'incidente, Ale si è occupato di tutto,
quando tornava dal lavoro si occupava dei bambini 
(che avendomi spremuta fino all'ultima goccia 
cercavano sangue fresco da suggere), 
di cucinare (come al solito, del resto) e anche della biancheria.
E' un grande privilegio appartenere a quel 33 per cento di donne italiane "che non devono chiedere mai"
(anche se certo in casa nostra non abbiamo quella terribile abitudine - che rovina la vita almeno quanto l'alcol e il fumo - di stirare.)
Putroppo anche le convalescenze finiscono, e tra poco le giornate torneranno serene come sempre, Ale andrà, come dice Jonas, "in vacanza al lavoro"- perchè chi sta tutto il giorno tra prati e boschi circondato da animali non può che essere in vacanza, anche se poi nella realtà dei fatti si spacca la schiena spalando letame, inseguendo mucche fuggiasche e spaccandosi i timpani sul trattore-, mentre io tornerò ad essere disoccupata, ossia a stare dietro ai bambini e alla casa.
Perchè la casalinga si sa che non lavora.
Ma se a mia figlia sulla carta di identità accanto a professione hanno scritto "infante" e a mio figlio risulta "libero" come stato civile, io forse al posto di "disoccupata" o "madre" che sono sinomini, preferirei scrivere "professione: libera". Anche se però non potrei definirmi "libera professionista" perchè sono una professionista ma non sono libera.
Avevo messo "insegnante" quando mi davano 30 euro all'ora per insegnare italiano agli alunni stranieri e 40 euro all'ora per la formazione agli insegnanti (e scusatemi se lo scrivo, ma vorrei ricordarmelo a me stessa), quando eravamo a Milano e Ale lavorava metà giornata mentre io tenevo Jonas e io l'altra metà giornata mentre Ale teneva Jonas e i lavori in casa li facevamo tutti e due (anche se ognuno in cuor suo pensava che l'altro li facesse meno e peggio.)
Poi quando è nata anche Giulia e io stavo già scrivendo l'antologia per la Zanichelli e ad Ale hanno offerto il lavoro come cowboy, e ci siamo traferiti sui monti e io lavoravo da casa con una figlia attaccata alla tetta e l'altro alla gonna cercando di impedire che mi schiacciassero i tasti del computer cancellando il mio lavoro, e man mano le richieste della Zanichelli diventavano più pressanti e urgenti ("bisogna sostituire il testo della fiaba e rifare gli esercizi, deve essere pronto entro domani alle 9 se no si blocca la tipografia che blocca la grafica che blocca la stampa e se rimandiamo di un giorno il libro non verrà stampato e allora la pubblicazione andrà rimandata di un anno ma l'anno prossimo non ci conviene stampare nuove antologie e quindi il vostro lavoro andrà in spazzatura.", "Pronto, scusa Charo, quale è la soluzione dell'esercizio 2 a pagina 445? Ah, stai fecendo la spesa con i bambini che svuotano gli scaffali e non hai il computer sotto mano? Riesci a scrivermi la soluzione entro un quarto d'ora massimo 20 minuti? Se no si blocca la fotocomposizione, che blocca la grafica che blocca la stampa...etc" ) e se avessi detto che non ce la potevo fare perchè lo sbattimento che mi veniva richiesta non valeva gli ottomila euro che ho guadagnato in 5 anni di lavoro come anticipo dei diritti d'autore (il 6 per cento del costo di copertina diviso per le 4 autrici e togliendo una percentuale per tutte le pagine antologiche in cui non c'è nostro lavoro- se non quello di selezionare i testi- che fa circa una monetina di rame per ogni antologia venduta)-  soldi che per altro ho speso tutti solo in babysitter- dicevo che se avessi detto che mollavo il colpo mi avrebbero pure fatto pagare una penale di 4 mila euro.
In quel periodo se mi chiedevano che lavoro facessi rispondevo che avevo venduto l'anima alla Zanichelli.
Dopo la gloriosa conclusione dell'antologia (glorioso il fatto che l'avessimo conclusa)- e la conferma che agli anticipi dei diritti d'autore ci dovevano bastare come pagamento, ho cercato per il Comune di Milano di trovare aziende agricole nell'Oltrepò interessate a prendersi a lavorare rifugiati politici provenienti dalla Libia in un anno in cui l'inverno è durato fino a maggio e in una regione dove già molto prima della crisi la gente sotto i 70 anni se ne andava cercare lavoro altrove se non riusciva a trovare un posto al supermercato o al callcenter. Ho anche lavorato con le nonnine di piazzale Ovidio a Milano in un progetto di archiettura partecipata (molto) dal basso con l'obiettivo di convincere delle ottuagenarie cresciute nelle case popolari a svolgere delle attività ricreative in piazza insieme agli zingari e agli immigrati. Ah, beh, e poi ho messo a frutto la mia Laurea in Scienze e Tecniche dell'Interculturalità, la Certificazione di Facilitatrice Linguistica di Italiano Lingua Seconda e i miei Due Anni di Scuola di Specializzazione in Arteterapia, Arte Pedagogica e Arte nel Sociale ad Indirizzo Antroposofico, con un progetto finalizzato ad Instaurare Migliori Relazioni Tra Operatori e Utenti di un Centro di Accoglienza per Rifugiati (cercavano qualcuno che a tal fine facesse costruire a educatori e negri delle casette per i pipistrelli e che lo facesse a titolo gratuito, poi sono riuscita a convincerli che forse questa attività svolta da personale non qualificato non offriva molte garanzie di riportare l'Armonia tra i Container nella Desolata Perifieria di Milano, e hanno accettato di pagarmi per fare progettare e costruire modellini di isole ideali utilizzando tecniche di comunicazione non-violenta e sperimentando diverse stretegie per prendere decisioni collettive e cooperare).
E poi ho fatto la maestra per due settimane in un centro estivo di una scuola steineriana. E basta.
Perchè le ore dedicate a occuparsi dei bambini e della casa non fanno curriculum (anche se io alla voce capacità e competenze relazionali nel c.v formato europeo ho scritto "produzione e allevamento di due figli").
Adesso mi resta solo da sperare che la Claudia riesca a prendere in gestione il circolino di Sagliano e anche a inziare a vendere i suoi quadri al giusto prezzo e mi ceda il posto per fare le pulizie nelle case dei nonnini di Sagliano, prospettiva che- messa accanto alla possibilità di lavorare al callcenter (l'unica che non ho ancora avuto il coraggio di sondare)- mi sembra divertente e anche interessante, oltre che socialmente utile, perchè qui abitano persone incredibili che hanno storie stupende da raccontare.
E poi soprattutto finalmente potrei Fare le Pulizie ed Essere Pagata!!!

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vedi anche... 
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