sabato 2 dicembre 2017

Siamo sulla stessa barca - la genesi del progetto


SIAMO SULLA STESSA BARCA
Quiz e canzoni sulla storia delle migrazioni
con la collaborazione del CORO COMOLPA in OSTERIA


Un pomeriggio insieme 
per ricordare a noi italiani il nostro passato di emigranti,
 quando eravamo noi a partire senza nessun altro buon motivo 
se non la voglia di cercare lavoro e una vita migliore lontano da casa;
 per cercare di gettare un pochino di luce sulla storia di questi giovanotti abbronzati 
che, dice la gente, vivono in albergo e ricevono 35 euro a testa al giorno (!) 
e anche per incominciare ad abituarci all'idea che, ci piaccia o meno, 
le migrazioni ci sono sempre state e sempre ci saranno, 
finchè ci sarà ineguaglianza sulla terra
 e che se vogliamo prenderci cura del nostro futuro
 non possiamo fare finta non accorgerci
che gli italiani non fanno più figli e che gli immigrati,
 che sono l'8,3% della popolazione italiana,
 contribuiscono all'8,6% del PIL italiano.

Quando la Cooperativa Finis Terrae mi ha proposto di preparare qualcosa da presentare al Castello Malaspina di Varzi, in occasione della Giornata Internazionale dei Migranti, che cade il 18 dicembre, noi non eravamo ancora pronti a esibirci in una rappresentazione teatrale sulla storia delle migrazioni. Del resto stiamo lavorando insieme solo da tre mesi, tra i miei studenti ci sono alcuni che stanno imparando ora a rispondere a semplici domande anagrafiche, alcuni magari non sono mai andati a scuola ma parlano 6 lingue, altri sono laureati, altri ancora sono analfabeti anche nella loro lingua madre e non sanno scrivere il proprio cognome correttamente, qualcuno, pur avendo un livello di scolarizzazione molto basso, è in grado di riconoscere e utilizzare il congiuntivo e il condizionale (superando in questo molti italiani...). Anche dal punto di vista musicale, non ci sentivamo proprio pronti per un concerto: molti miei studenti hanno una bellissima voce, ma la loro musicalità è diversa dalla nostra e per alcuni è difficile trovare le note che per noi sono famigliari. Non era neanche detto che loro avessero voglia di esibirsi in un territorio per niente allenato alla multiculturalità, rievocando storie di migrazioni che, a guardarle bene, sono sempre dolorose, anche quando sono state scelte con consapevolezza e finiscono bene. (vedi La maledizione del migrante).
Risultati immagini per comolpaInsomma, alla proposta di cantare davanti a un pubblico ho visto vacillare anche i più intrepidi, per questo ho capito che dovevamo proporre più che altro una cantata collettiva e ho contattato Eraldo Pedemonte, appassionato conoscitore dei canti tradizionali dell'Oltrepò Pavese Montano e fondatore di vari cori, tra cui il Coro Comolpa in Osteria, che, con mia grandissima gioia, sarà presente il 17 al Castello con alcuni pezzi che parlano della partenza per l'America
(da queste valli sono partiti in tantissimi per l'Argentina, se andate a Romagnese, paesino sperduti sull'Appenino, potete chiedere al piccolo alimentari che c'è in piazza la "gerba" e vi danno la hierba mate, bevanda tipica argentina).
Il 17 dicembre, quindi, la storia delle migrazioni nel mondo verrà presentata attraverso le parole che sono state tramandate di generazione in generazione, da quello che era insomma lo youtube del tempo che fu, il canto popolare, intervallate, presentate e spiegate attraverso una sfida a quiz che ripercorrerà l'emigrazione italiana, le migrazioni dei primi ominidi e le immigrazioni odierne. Ad ogni domanda potranno rispondere un italiano e un "foresto", così potremo vedere se sull'argomento sono più preparati gli ex-emigranti o i nuovi emigranti.

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