venerdì 22 aprile 2016

4 Il potere delle Tenebre

ovvero... La gola del Crenna e Sant’Alberto di Butrio
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Adesso che conoscete la storia del drago e quella di San Fermo, potete ben chiedervi: perchè il Drago delle Tenebre ha scelto proprio la valle Staffora e perchè ha combattuto la sua battaglia con San Giorgio nel Crenna, tra Sagliano e Livelli, invece che in qualsiasi altro luogo del pianeta?
Innanzi tutto dobbiamo ricordarci che la Terra è stata affidata agli esseri umani, ma che il Regno della Luce e il Regno delle Tenebre se la contendono da sempre.
La Valle Staffora, con le sue montagne forti e gentili, e le sue dolci colline, i boschi odorosi e il nastro argentato del fiume che vi scorre in mezzo scintillando al sole, è un luogo che porta per sua natura il cuore a gioire e a sentire la pace e la gratitudine per le meraviglie del creato. Questi sentimenti producono una luce insopportabile per l’Esercito delle Tenebre, che per questo ha cercato in tutti modi di creare conflitti e rancori in questi luoghi.
Gli abitanti di quest’area dell’Oltrepo’ sono per natura onesti, gente che non si tira indietro quando c’è da lavorare - e qui sull’Appennino se si vuole coltivare la terra c’è da rimboccarsi le maniche!;  gente pronta a darsi una mano a vicenda in caso di necessità - e qui sull’Appennino se si vuole sopravvivere bisogna proprio aiutarsi l’un l’altro! 
Eppure se chiedete a qualsiasi vecchio (ma anche a chi non è poi così vecchio…), dopo qualche bicchiere di vino, vi confesseranno che fare a botte è sempre stato uno degli sport preferiti dei giovani locali. Tutte le grandi feste, il carnevale, i balli d’estate, insomma le occasioni in cui un po’ di giovani provenienti da paesi diversi si incontrano, sono occasioni buone per menare le mani.
Addirittura pare che un tempo la stessa città di Varzi fosse divisa in due zone, e chi abitava da una parte non osava nemmeno mettere piede nella via parallela per timore di essere picchiato o ucciso. Se si pensa che Varzi non è proprio una metropoli, la vita non doveva essere tanto facile a quei tempi...
Questa sorprendente ostilità, così come la violenza del giovane Fermo, si può spiegare solo con la presenza attiva del Drago e con il suo potere di trascinare gli uomini dalla sua parte instillando odio, rancore, paura e rabbia nei loro cuori.
Potete ben immaginare allora che cosa si è scatenato quando San Fermo si è fermato a Sagliano e con la sua presenza immobile e quieta sulla collina ha iniziato a creare una bolla di pace e di luce che si è riversata su tutto il paese, contagiando tutti gli abitanti. 
Appena il Drago delle Tenebre ha percepito quel fastidio accecante provenire da sopra Varzi, subito ha cercato di strisciare fin lassù per distruggerlo. Ma voi sapete che la bestia non sopporta la luce e che Sagliano è esposta ai benefici raggi del sole dall’alba al tramonto durante il giorno e accarezzata dallo splendore della luna durante la notte.
Come riuscire dunque a creare una zona di oscurità da cui poter sferrare gli attacchi agli esseri umani? C’era solo una strada possibile e il drago la percorse: strisciò sotto la terra ed emerse dalle rocce spaccando in due la montagna proprio tra Sagliano e Livelli, creando in questo modo la stretta gola dove ora scorre il torrente Crenna. 
Per evitare che la luce potesse insinuarsi nel suo nascondiglio, il Drago delle Tenebre fece rotolare un enorme pezzo di montagna all’imboccatura della gola.
Se dalla chiesa di Sagliano vi incamminate verso sant’Alberto, incontrerete, ormai divorate dal bosco, le rovine del castello che proprio in quell’occasione si spaccò. E’ abbastanza pericoloso avventurarvisi oggi perchè per raggiungerlo bisogna costeggiare un vertiginoso abisso, ma se lo fate potrete anche verificare che c’è proprio un enorme masso di rocce che è stato staccato dalla parete ed è stato posto con cura all’ingresso della gola. Operazione che avrebbe potuto compiere solo qualche creatura di forza soprannaturale.
Se si guarda in su da Sagliano, i resti del castello sono facilmente confondibili con le formazioni rocciose della zona, tuttavia se siete scettici mettetevi in marcia e arrivate fino all’Eremo di Sant’Alberto.

Lì troverete un affresco che raffigura il Castello di Oramala e quello di Sagliano. Ma non solo: sulla parete accanto, un po’ scrostato ma molto ben visibile, vedrete anche la descrizione di ciò che avvenne nella gola del Crenna, ossia la lotta di San Giorgio contro il Drago!
Affacciandosi dalla strada che conduce all’Eremo, infatti, è molto ben visibile la collina di San Fermo e senza dubbio i due santi si conoscevano ed erano in contatto. E’ anzi possibile che il saggio Sant’Alberto, che ai tempi viveva in una grotta nel bosco, abbia aiutato Fermo a diventare San Fermo, sedendosi in silenzio accanto a lui mentre la sua anima, dolorosamente, prendeva coscienza di tutti gli errori che aveva compiuto a causa del potere del Drago e si liberava dai lacci delle abitudini passate come un serpente esce dalla sua vecchia pelle.

Ora siamo pronti a riprendere il racconto del nostro cavaliere, Giorgio, nel punto in cui lo avevamo lasciato, ossia davanti a Fermo che, fermo e silenzioso, lo accoglie nella sua umile dimora.
Inizialmente, quando Fermo era arrivato a Sagliano, la popolazione non lo aveva visto subito di buon occhio per il fatto che non faceva niente tutto il giorno, ma col passare del tempo tutti si erano resi conto che qualcosa era cambiato nel paese e molti erano convinti che fosse la sua presenza immobile sulla cima della collina ad attirare tutta la luce e la benedizione sui campi, a rendere mansueti e collaborativi i buoi, a rendere i bambini pronti ad darsi da fare riversando il loro entusiasmo contagioso in occupazioni utili invece che in zuffe e bricconate.
I problemi sorsero quella notte di tempesta in cui un fulmine o forse una scossa di terremoto spaccarono la montagna su cui sorgeva il castello di Sagliano: nella crepa profonda e scura che venne a formarsi allora, dove ora scorre il torrente Crenna, si annidò il Drago delle Tenebre, che iniziò a insidiare il paese e divorare le fanciulle nelle notti di luna nera. Alcuni cominciarono a dire che il mostro era venuto lì a causa dell'armonia e dell'abbondanza che Fermo aveva portato con la sua presenza, e andarono quindi da lui a chiedergli che facesse qualcosa per difendere il paese, ma visto che Fermo non sembrava in grado di contrastare quel nemico, cominciarono a mettere in dubbio anche la sua santità e ripresero a dire che era solo un demente o un furbo scansafatiche, o addirittura che era venuto lì per portare disgrazia ai saglianesi.
Forse fu allora che venne l'eremita Alberto, il cui eremo era scampato come per miracolo dalla spaccatura nelle rocce: la fenditura infatti a un tratto piegava da lato, lasciando intatte le colline boscose dove lui viveva.
Grazie alla paziente presenza di Alberto, Fermo comprese fino in fondo che ogni volta che aveva scelto di creare dolore attorno a sé stava alimentando il Drago e allo stesso tempo il Drago aumentava il potere su di lui e che da quando la sua vita era cambiata i demoni delle tenebre avevano perso in lui un prezioso strumento per creare discordia e sofferenza sulla Terra. E che era per questo che ora il mostro si era costruito la sua tana proprio lì accanto, nella gola del Crenna.
Fermo avrebbe voluto indossare le armi per affrontare e sconfiggere del tutto il suo antico padrone che ora era diventato il suo peggior nemico, ma si accorse che appena si avvicinava a una spada con il gesto deciso del guerriero che era stato, nelle vene ricominciava a scorrergli il sangue infuocato che gli toglieva lucidità e l'equilibrio raggiunto con tanto sforzo lasciandolo ansimante e fremente di rabbia e frustrazione.
Giorgio invece aveva la calma e la forza di chi sa controllare i propri impulsi e agisce al momento opportuno con la giusta fermezza, Fermo lo capì al primo sguardo. Avrebbe voluto forse spiegargli la situazione, ma rispettò il suo voto di silenzio e non disse nulla. Si limitò a invocare silenziosamente l’Arcangelo Michele e si affidò al suo intervento.


(San Michele di Nivione e la grotta del Diavolo)
 
(Quando San Fermo si fermò a Sagliano)

3. Il potere delle Tenebre
(Sant'Alberto di Butrio)  

4. La lotta contro il Drago delle Tenebre
(San Giorgio combatte a Livelli)

5. Lo specchio e lo scudo
(La Principessa Maria di Sagliano)

6. Il destino nel nome
 (Selvaggia di Oramala e il Principe Desiderio di Godiasco)

7. D'amore e libertà
 (La Vecchia del Torrente Crenna e Re Artù)

8. Liberi dalla violenza
(Selvaggia di Oramala e San Ponzo)

9. Una spada per amare
(San Martino sul Montemartino)

10. Il volo del drago 
(Martino e Margherita di Staffora)

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