sabato 19 ottobre 2013

(parte 1) L'Etnocentrismo Infantile

Fino a pochi secoli fa, nascere in un luogo significava, per la maggioranza delle persone, avere una cultura, una lingua, valori e conoscenze che determinavano il modo di pensare, di gestire le relazione tra individui e con il divino e di curarsi, in un insieme coerente che faceva apparire a ciascuno la propria cultura come l'unica giusta e “naturale”.
Oggi questo atteggiamento che chiamerei, “etnocentrismo infantile”, è ancora molto diffuso nel mondo. Sicuramente lo è in Occidente, dove però al tempo stesso, a livello teorico siamo giunti alla suprema illuminazione per cui non ha senso considerare le altre culture più o meno progredite partendo dal presupposto che quella occidentale sia il massimo grado di evoluzione. (Quale altra cultura è arrivata a qusto livello di autocoscienza, eh? eh? Sì, dobbiamo ammetterlo, siamo i migliori...)
Poi va beh, anche il buon selvaggio ha la sua saggezza, con tutti i suoi rituali per Madre Terra e i messaggi di fumo al posto del cellulare, ma è chiaro che per quanto riguarda la parità tra i sessi, lo sfruttamento minorile, la scienza medica, la democrazia e i diritti umani, noi siamo molto più avanti... vero? Eh? Ditelo. Sì, lo pensate! Vi ho beccati!
Facciamo tai chi, crediamo nell'agopuntura, apprezziamo il buddismo, mangiamo il cous cuos, ci facciamo i capelli rasta e se capita andiamo pure a letto con un africano o una cubana, ma in fondo in fondo, sappiamo che siamo i migliori.
Certo, in Marocco la moglie sta a casa perchè in realtà c'è un grande rispetto per il suo onorato ruolo di donna e madre, è un privilegio per lei non dover lavorare fuori casa. Sì, in Guatemala i bambini vanno a lavorare nei campi a 4 anni invece di andare a scuola perchè si tratta di una cultura in cui tutto si apprende attraverso l'attività pratica poiché non c'è distinzione tra sacro e profano, tra tempo libero e lavoro, tra educazione e lavoro. Sì, no, beh, certo che è più giusto curarsi con le erbe che crescono nel proprio giardino e se fare qualche rituale contro il malocchio lascia più sereni perchè non farlo?
Però insomma cazzo in un paese civile una donna avrà pure il diritto di scegliere se stare a casa o no? E un povero bambino avrà pur il diritto di studiare qualcosa per non essere obbligato a fare il contadino? E signora, mi scusi che cavolo c'entra l'invidia di sua cognata con il fatto che suo figlio non parla? Ma che spiriti cattivi! Lo faccia studiare di più e lei si prenda un po' di antidepressivi, non si può dare sempre la colpa agli altri!

Ok, va bene, lo ammettiamo che siamo ancora abbastanza etnocentrici? Basta dare una rapida occhiata alle materie di studio delle scuole superiori italiane o sfogliare un libro di testo di geografia (la mia, molto avanzata, nel capitolo sull'Africa riportava in un trafiletto che prima del colonialismo c'erano stati perfino dei regni, non andavano proprio tutti in giro nudi emettendo versi gutturali e violentando le figlie!).
Nonostante questo però io invece credo che lentamente, mentre qualche mente illuminata è già arrivata a riconoscere che cosa c'è di prezioso e saggio in ogni cultura, anche tra il popolo bue serpeggi, se volete sotto forma di moda, di correnti newage o di gusto per l'esotico, una nuova consapevolezza che potrebbe portarci a guardare il mondo in un modo nuovo...
Per ora io riconosco intorno me tre figure: l'Integralista, il Confuso, l'Opportunista.

Nessun commento: