mercoledì 1 febbraio 2017

I pre-giudizi, la “patria” e quell’imbecille di Aristotele.

sangue calabrese e sangue mapuche
Segue da "Razza ebraica" 

Se il mio sangue calabrese per parte di madre fosse mescolato con influssi africani, invece che con il genotipo normanno biondocchiazzurri e se la mia nonna cilena avesse ereditato i tratti mapuche dalla madre, invece di prendere la pelle chiara e i capelli “da vecchia” (nella campagna cilena i capelli chiari li avevano solo le vecchie canute) dal padre discendente di spagnoli che evidentemente dovevano avere avuto a che fare con dei vichinghi (ma questi barbari nordici perchè non se ne stavano mai a casa loro?), ora mi scotterei meno al sole e la gente non mi chiederebbe se sono tedesca, ma probabilmente a Milano mi fermerebbero per strada chiedendomi i documenti. 
E se invece di una nonna cilena avessi avuto un nonno cileno ora porterei un cognome sudamericano e a quel punto sopresa da un controllore senza biglietto non mi basterebbe sorridere. 
E se tamponassi un’auto per sbaglio non potrei giocarmi la carta della bionda svampita, ma mi sentirei dire con buona probabilità: “Torna al tuo paese!”
Basta una pigmentazione diversa o un cognome sospetto e tutto il concetto di Patria traballa, per cui lascio a chi vive in Italia da molte generazioni il piacere di sentirsi “italiano” e mi scuso se non mi sento a casa in un paese dove il razzismo è di casa.
D’altro canto mi chiedo in quale paese non ci sia razzismo e se l’etnocentrismo (ossia il credere che la propria cultura sia la migliore di tutte) sia un sentimento naturale in ogni cultura infantile che, come capita ai bambini, è convinta che la sua mamma sia la più bella del  mondo e il papà il più forte.
Del resto Aristotele, famoso per essere un gran cervellone e padre del pensiero occidentale, ci ha spiegato come bisogna ragionare utilizzando i sillogismi: se la categoria A ha una caratteristica X e se B appartiene alla categoria A, allora B ha la caratteristica X.
Per cui se gli africani sono generalmente musulmani e i musulmani sono terroristi, tutti quelli con la pelle scura sono potenzialmente pericolosi. Se chi non lavora è uno scansafatiche, e i profughi in Italia non lavorano, i profughi non hanno voglia di fare niente.
Aristotele voleva insegnarci come si deve ragionare e invece ci ha mostrato come si può credere di fare dei ragionamenti generalizzando cazzate colossali.
Il nostro cervello funziona così per motivi di economia di pensiero: non possiamo in ogni situazione attendere di approfondire i casi specifici. Il tanto denigrato “pregiudizio”, ossia il giudizio che viene formulato prima di averne verificato di persona la veridicità, è una meravigliosa scoperta di risparmio energetico: non ho bisogno di scottarmi 27 volte col fuoco prima di approdare al preziosissimo pregiudizio che il fuoco scotta.
Tuttavia questa nostra abilità innata può giocarci brutti scherzi, per esempio, dopo che una donna si innamora per due o tre volte di un uomini che la disprezzano, arriverà velocemente alla conclusione che se A è uomo ed è stronzo, B è un uomo ed è stronzo, necessariamente tutti gli uomini sono stronzi, per cui se C è un uomo sarà stronzo. 
Finchè continueremo a ragionare a “risparmio energetico” ci sarà sempre il razzismo e finchè ci sarà il razzismo nessuno sarà al riparo, che sia di origini africane, ebraiche o zingare, che sia omosessuale o con disabilità, che sia povero o ricco, uomo o donna, vecchio o bambino… non si  può sapere quale categoria potrebbe venire presa di mira dall’ignoranza!

Vedi anche 
Il complotto giudaico e gli italiani brava gente

Per dimenticare la giornata della memoria

"Razza ebraica"

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