giovedì 20 marzo 2014

Luna piena zeppa a marzo

Quando ho deciso che per festeggiare i miei 33 anni compiuti e la luna piena di marzo volevo fare una capanna sudatoria a Sagliano, come rituale di ritorno nel grembo materno, morte e rinascita, non avevo ancora letto quello che aveva scritto Rob Brezsny su Internazionale.
Per cominciare la giornata temuta e attesa della capanna sudatoria, cosa nuova per molti di noi e semi-nuova per chi a tentoni l'avrebbe non-condotta, siamo scesi al campo comune ad aprire un po' la terra, a massaggiarla, a mettere sotto quello che era sopra e viceversa, a sudare un po' e a stare al sole (perchè poi la capanna la si fa in un posto segreto molto buio e molto umido)

Abbiamo bruciato con cautela un po' di roba vecchia (rovi, liane, arbusti non essenziali) nello spazio dove faremo il cerchio del fuoco. (Io ci ho visto un drago nelle fiamme, cucciolo, ma pur sempre di fuoco, però non l'ho detto a nessuno. )

Poi ci siamo incamminati dalla parte opposta di Sagliano, da oriente verso occidente, dal lato soleggiato alla gola scura del torrente che taglia la montagna- dal convesso al concavo.

The sunny side: il convesso
...ora non c'è più bisogno di contorni netti, è chiaro che c'è
 Saltando e scivolando su sassi e fango siamo arrivati al posto magico dove già si era riunito il cerchio degli uomini per la prima capanna, dove eravamo andati a chiacchierare con lo Spirito di Sagliano e dove ci eravamo trovate a conclusione di un workshop per sole donne (stranamente pieno di bambini...) in cui si era affrontato più o meno consapevolemente il tema dei Confini

Gruppo legna, gruppo pozze d'acqua, gruppo capanna, gruppo pietre...ma alla fine tutti fanno tutto, come sempre



ognuno con il suo lenzuolino pulito portato da casa o dalla locanda...poi ci metteremo su anche le coperte (le coperte del nonno fresche di lavanderai! pace all'anima sua...)

Proprio dietro a questo unico spazio in cui lungo il corso del torrente si apre un terreno pianeggiante, dove il vento canta in modo diverso tra le fronde del salice e dove l'acqua gorgoglia più intensamente perchè ne sgorga di nuova dal terreno, c'è appena stata una frana.

Andiamo lì a prendere le pietre, le nonne-ossa che fino a pochi giorni fa erano nascoste dentro la terra e tenevano su la montagna.

Intanto le donne lisciano con le mani la buca centrale in cui entreranno le pietre che renderemo roventi nel fuoco per poi spruzzarle d'acqua e farle sfrigolare e fumare nella capanna, inondando tutto di vapore... e sudore.

Ancora un piccolo spuntino (un altro?) prima di accendere il fuoco e prepararci ad entrare chiedendoci perchè ciascuno è qui adesso (e non a farsi una sauna come si deve a Salice Terme o a prendere un aperitivo).

Su quello che è avvenuto dentro alla capanna, nel buio assoluto, con la terra fresca e bagnata sotto di noi e l'aria bollente su tutto il corpo, ora non oso raccontare, per rispetto di chi c'era, per pudore e perchè forse ancora non l'ho capito fino in fondo. Riporto solo le tre parole chiave che discorrendo con una Donna Saggia hanno siglato questa esperienza:
Cedere per Accedere...e Retrocedere


L'unica cosa che posso dire è che forse con il raffreddore e la sinusite poi è meglio non fare proprio il bagno nel torrente di marzo a mezza notte. E che forse aver organizzato un incontro di costellazioni familiari il giorno seguente, con ancora il fango nei capelli e le coperte stese ovunque ad asciugare, è stato un po' eccessivo.
Forse avrei fatto meglio a leggerlo prima l'oroscopo di Internazionale, e ricordarmi di ringraziare il cielo per aver ridotto la velocità di crescita rispetto al tempo in cui stavo nel grembo di mia madre.
Sì, decisamente nella capanna si cresce molto in fretta e qualche dolore di crescita l'ho sentito anche io...



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