lunedì 29 ottobre 2012

Festeggiamo la morte!

Una giornata tra donne, mai viste la mattina e intime amiche la sera.
Kamasutra per donne, coltivare il piacere di vivere, in quanto donne e in quanto creature.
Respirare a fondo, massaggiarsi il corpo, mescolare spezie e ingredienti appetitosi per la cura del viso. 
L'idea e la guida è di Marta, ventiseianni più cinque mesi nascosti nella sua pancia, gli occhi splendenti da madre in attesa, dolce. In cerchio a occhi chiusi, Aura invita il gruppo ad avicinarsi alla creta che ho posto davanti a ciascuna. Mentre le mani in grembo coccolano una sfera umida e fresca, pesante e morbida, racconto la storia della luna che cresce, della bimba che diventa fanciulla, della vergine che diventa madre con la luna piena, della donna saggia e potente quando cala la luna e della madre oscura, più di là che di qua, che parla coi morti e accompagna chi muore, levatrice all'insù nella luna nera.

A piccoli gruppi ogni donna chiede alle altre qualcosa di cui ha bisogno, un consiglio, un massaggio, un aiuto a superare o affrontare un dolore o una paura.
Tutte hanno fatto il loro turno e solo io, per motivi matematici, non ho avuto i miei 10 minuti.
Allora chiedo a tutte le donne il mio regalo.
“Questo è stato un mese davvero intenso. Ho vissuto la gioia dell'infanzia, il chiaroscuro delle emozioni travolgenti dell'adolescenza, la responsabilità e la completezza dell'età adulta, il potere e la lucidità della vecchiaia, quando le energie sessuali non sono più rivolte alla procreazione ma al mondo spirituale. Oggi sento che la morte si avvicina, che il mese ha compiuto il suo ciclo, e avendo vissuto con pienezza e consapevolezza non ho rimpianti o rimorsi, mi allontano dal mondo materiale con serenità. Anzi, aspetto con desiderio la morte. E questo è quello che vorrei chiedervi, senza sapere davvero che cosa vi sto chiedendo né che cosa potreste offrirmi: vorrei che voi festeggiaste con me la mia morte. Non che mi consoliate parlandomi della rinascita, per quella c'è tempo. Vorrei celebrare con voi la morte. Io mi sdario qui. Trovate voi la forma.”
Nel silenzio, il mio corpo immobile è stato ricoperto da un telo rosso, anche il volto.
Dal mio galleggiamento verso l'aldilà intuivo solo le figure che tacevano e si muovevano intorno a me. Un telo è stato scosso, come a sprimacciare la polvere, sopra il mio corpo, senza toccarlo. Ho sentito tanto silenzio. Una mano poggiata sul cuore. Silenzio. Un bacio sulla fronte. Voci dolci mi sussurrano all'orecchio “grazie”. Ogni gesto è preceduto e seguito dal silenzio, un silenzio caldo, accogliente, teso d'amore come un'amaca intorno al mio corpo steso. Una testa riccuta si appoggia sul mio ventre. Qualcuna mi prende una mano, l'altra, il piede. Una voce inizia a cantare e le altre lentamente si uniscono:
Siamo figlie delle stelle
siamo figlie della terra 
siamo figlie dell'universo
o padre o madre
io sono come sono
io sono come sono

Con infinito amore, le mani lasciano le mie mani, si allontanano dai miei piedi, il cerchio si ricompone intorno a me, a rispettosa e presente distanza. il canto si spegne. 
Regna il silenzio avvolgente nell'oscurità.


Grazie
Credevo che la morte fosse una cosa privata
invece è un momento sociale, come ogni azione su questa terra

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