mercoledì 29 settembre 2010

Capodanno ebraico in ritardo

Premessa postmessa:
Dsal momento che qui ho scritto una serie di cose che riguardano cose che magari altra gente conosce meglio di me e la possibilità che dica sciocchezze è altissima, sono gratissime osservazioni e rettificazioni.

Quest'anno nel gran giro di lune e novità il capodanno ebraico è caduto il 9 settembre e io non me l'aspettavo e così non l'ho festeggiato e ci sono rimasta molto male.
Di solito io festeggio quello perchè quell'altro, dopo stress e abbuffate di natale, quando se già si stanno facendo cazzate si continuano a farle perchè in mezzo all'inverno chi ce le ha le energie per mettersi a ragionare a riprogrammare e fare i buoni propositi ? E poi quella cosa che devi per forza stare sveglio fino al giorno dopo anche se non ti diverti- e non puoi neanche non divertirti!- e a mangiare mille ore con le palpebre che cadono e tutti ad aspettare il brindisi che a me lo champagne mi fa schifo e tutto quel rumore che spacca le orecchie, ma per spaventare chi? Per scacciare i morti, diceva un professore di antropologia culturale - E perchè li dovremmo scacciare?


Invece settembre mi sembra il mese migliore per incominciare e mi piace come lo fanno gli ebrei.
Innanzi tutto il capodanno non dura un secondo come l'altro (che se ti distrai quel secondo lì poi devi aspettare l'anno dopo), ma bensì 10 giorni.
Poi non si festeggia l'anniversario della colossale sbornia dell'anno prima ma quello della creazione di Adamo ed Eva e più precisamente di quando hanno mangiato il frutto dall'albero della conoscenza del Bene e del Male, scegliendo anche per noi la sacrosanta libertà di sbagliare.



Nei giorni successivi a Ros ha shanna (aggiungete accenti, apostrofi e aspirazioni per pronunciare correttamente il nome del capodanno in ebraico), invece di vomitare e dormire e pensare che palle sono finite le vacanze, gli ebrei hanno 10 giorni per fare il punto su come è stata usata la suddetta libertà durante l'anno passato, per prepararsi al giorno del giudizio (loro ce l'hanno tutti gli anni, mentre i cristiani aspettano quell'unico Giorno del Giudizio alla fine dei Tempi che è un po' come trovarsi a fare la maturità senza aver mai fatto nemmeno un'interrogazione né aver aperto libri. E allora o ti agiti molto e soffri fino a quel giorno temendo di essere impreparato oppure te ne freghi fino al giorno prima)

Dopo il capodanno quindi c'è un periodo che potrebbe essere simile alla quaresima come stato d'animo, ma per i cristiani dura 40 giorni e tenere uno stato d'animo penitente per così tanto tempo mentre tutto sboccia e fiorisce non è tanto facile ...almeno per me. Invece in autunno è un po' più naturale chiudersi e chiedersi un pochino.

La preparazione alla Pasqua mi piace molto ma di solito non riesco bene a mettere a fuoco ciò su cui dovrei concentrarmi in quaresima. Devo soffrire per la futura morte del Figlio di Dio a causa dei mali dell'Umanità? è certo un'immagine e anche un'emozione potente, ma io non sempre riesco a viverla con pienezza, o ci metto troppa testa e cerco di capire che cosa significa questa cosa senza riuscirci, oppure ci metto troppa emozione allora poi chissà per che cosa mi sto struggendo, mi viene tutto un minestrone...

Invece nei 10 giorni prima del giudizio mi è più chiaro che cosa fare: si riconoscono gli errori passati, ma invece di annegare nei sensi di colpa oppure decidere per quieto vivere che forse non erano poi così gravi, ci si prende l'impegno a non commetterne di identici in futuro.
In ebraico si usa la parola teshuvà, che però tradotta con “pentimento” ci evoca cilicio e ginocchia sui ceci, e in realtà letteralmente significa ritorno, ritorno a quel momento prima di nascere in cui avevamo ben chiaro perchè volevamo scendere sulla terra come esseri umani.
Poi le altre due cose da fare sono tefillah (scrivo a orecchio) che però se la si traduce con “preghiera” potrebbe essere confusa con “ti prego, comprami la playstation”, mentre invece letteralmente è “adesione” come una coperchio sulla pentola, aderire al divino, ma senza perdere la propria identità.
E poi c'è la tzadakà che tradotta come “carità”fa cariare i denti (per carità!), mentre significa “giustizia” per cui si cerca di ricreare quella giustizia iniziale (anche economica, ma non solo) e si cerca di essere giusti con il prossimo, di compensare il male commesso, di perdonare gli altri e riconciliarsi con tutti.

Così in ritardo anche io comincio il mio 5771...se non sbaglio, il 29 settembre, festa dell'Arcangelo Michele che sembra non c'entri niente e invece c'entra, ma ve ne parlerò in ritardo.

Buon inizio del resto della vostra vita a chiunque, credente, cercante, incredulo o contrario.


(immagine: il San Giovanni battista di Leonardo con uno specchio appoggiato al centro. Forse è questo il suo quadro di "Adamo ed Eva in paradiso" di cui parla il Vasari e che non è mai stato trovato... se vi incuriosisce questa strana coppia potete leggere i due racconti sulla Creazione dell' essere umano che ho ficcato nel blog:
 La creazione di Adamo ed Eva 
L'albero della conoscenza del Bene e del Male)

1 commento:

Unknown ha detto...

Non ho letto lo scritto, solo visto il dipinto... e direi che è interessante... mmmhmmmm... mooolto interessante. Sensualità e seduzione, forza e unione, o meglio congiunzione (da CONGIUNGERSI). Poi leggerò il post, intanto ottima immagine
;-)